Con noi in europa

25/05/2017

Memoria europea ed Euroscetticismo

Due bandi europei. Scadenza entro il 1 marzo

Segnaliamo due interessanti bandi europei.

 

EUROPA PER I CITTADINI – MEMORIA EUROPEA

Termine di presentazione dei progetti: entro le ore 12 del 1 marzo 2018

Qui il bando:

https://eacea.ec.europa.eu/europe-for-citizens/funding/european-remembrance%E2%80%932018_en

 

Il programma finanzia progetti che creino riflessioni sulle cause dei Regimi Totalitari nella storia dell’Europa Moderna (specialmente, ma non esclusivamente, il Nazismo che ha dato vita all’Olocausto, il Fascismo, lo Stalinismo e i regimi totalitari comunisti) e per commemorare le vittime dei loro crimini. Questo bando si riferisce anche a momenti definiti della Storia Europea recente. Preferenza sarà data a progetti che incoraggiano la tolleranza, la comprensione reciproca, il dialogo interculturale e la riconciliazione.

Massimo contributo ottenibile per un progetto: 100.000 euro

Durata massima del progetto 18 mesi 

Chi può partecipare

Autorità pubbliche locali/regionali e organizzazioni Non For Profit, incluso organizzazioni della società civile, associazioni di reduci, associazioni culturali, di giovani, dedicate all’educazione e alla ricerca, associazioni di gemellaggio.

Un progetto deve coinvolgere organizzazioni da almeno uno stato membro. Preferenza verrà data a progetti che si sviluppano a livello transnazionale.

La lista dei progetti approvati nel 2017 è disponibile a questo link:

https://eacea.ec.europa.eu/sites/eacea-site/files/selected_applicants_remem_2017.pdf

 

Argomenti:

 

  1. Commemorazioni dei grandi punti di svolta della recente storia europea

Uno degli obiettivi del programma "L'Europa per i cittadini" è quello di creare opportunità per dibattere sulla storia europea trascendendo le prospettive nazionali.

Attraverso la sua prima parte (memoria europea), il programma mira a promuovere una cultura comune della memoria e della comprensione reciproca fra i cittadini dei diversi Stati membri dell'UE, in particolare mediante il sostegno a progetti che riflettano sui principali punti di svolta della storia del XX secolo in Europa e sul significato e conseguenze che hanno per l'Europa di oggi.

Durante il periodo 2018-2020 saranno candidabili per i progetti le seguenti commemorazioni, a seconda dell'anno della domanda:

- 1918 La fine della I Guerra Mondiale - l'ascesa degli stati nazione e l'incapacità di creare una Cooperazione europea e una coesistenza pacifica
- 1938/1939 L’inizio della II Guerra mondiale
- 1948 L’inizio della Guerra Fredda
- 1948 Il Congresso dell’Aia e l’integrazione dell’Europa
- 1968 I movimenti di protesta e per i diritti civili, l’invasione della Cecoslovacchia, la contestazione studentesca e la campagna antisemita in Polonia

 

  1. Società civile e partecipazione civica sotto i regimi totalitari

Sotto i regimi totalitari, concetti democratici come "società civile", "movimento sociale", "impegno", "coinvolgimento", "Costituzione", "libertà" e "democrazia" erano completamente svuotati di qualsiasi sostanza. Una "democrazia popolare", ad esempio, era tutt'altro che "popolare" e "democratica". I leader politici erano eletti con veri e propri plebisciti (oltre l'80% dei voti), senza che vi fosse una vera opposizione.

Campagne elettorali, manifestazioni politiche, riunioni pubbliche e dibattiti erano mere caricature dei riti della democrazia volte a legittimare il potere costituito, e generalmente non erano né spontanee né autentiche, ma rese possibili solo con la coercizione e utilizzate per irreggimentare le persone e controllarle, nonché per approvare orientamenti politici discrezionali. Anche uno degli atti di impegno democratico più significativi, l'adesione a un partito politico, era sviato dal suo obiettivo naturale (vale a dire partecipare alla vita pubblica e influenzarla); in genere serviva a dimostrare lealtà verso un partito monolitico, ossequio alla verità ufficiale, ed era utilizzato soprattutto per riuscire ad accedere a certe posizioni o servizi. Anche l'informazione pubblica era monopolizzata e distorta da parte di organismi pubblici senza voci indipendenti a contrastarla.

Per contro, i movimenti sociali autentici provenienti dalla società civile erano spesso emarginati, minacciati o repressi perché considerati infidi, sleali o socialmente pericolosi dal potere totalitario e dovevano nascondersi, resistere o scendere a compromessi. Qualsiasi opinione diversa che venisse espressa pubblicamente era trattata come "dissidenza". La libertà di parola era vietata. Le decisioni politiche dovevano essere applicate senza alcuna seria discussione o riflessione. In qualche modo, i movimenti democratici e della società civile furono assorbiti e sfruttati dal sistema monopartitico che caratterizzava i regimi totalitari.

Basandosi sulle esperienze totalitarie, i candidati svilupperanno una riflessione sugli abusi e sulle distorsioni dei riti democratici, avvenuti segnatamente per mezzo della propaganda e dei mezzi di informazione ufficiali, concentrandosi sulle differenze tra falsa democrazia e democrazia reale e sottolineando i vantaggi di una società civile viva, forte e indipendente.

L'obiettivo è dimostrare che le organizzazioni della società civile costituiscono un nesso indispensabile tra i cittadini e le autorità, e che svolgono un ruolo importante nei regimi democratici per raggiungere i cittadini e far arrivare le loro preoccupazioni fino al livello politico.

Attraverso i loro progetti, i candidati rifletteranno inoltre sul significato delle odierne conquiste democratiche come lo stato di diritto, le libertà e i diritti civili, e sottolineeranno la fragilità dei diritti civili (libertà di espressione, diritto di voto, ecc.), quando non vi siano forti contrappesi. L'obiettivo è anche quello di dibattere sulle modalità e sui meccanismi concreti tramite i quali si possono salvaguardare le libertà e i diritti civili e garantire il dialogo civile a livello nazionale e dell'UE.

 

  1.  Ostracismo e perdita della cittadinanza sotto i regimi totalitari: trarre un insegnamento per i tempi attuali

I totalitarismi del XX secolo privavano alcuni dei loro cittadini dei loro diritti fondamentali fino a escluderli dalla società: gli ebrei sotto il regime nazista, gli oppositori politici sotto i regimi comunisti. A questi cittadini venne progressivamente impedito di discutere, di votare, di prendere parte agli affari pubblici, di lavorare, di risiedere e circolare liberamente, di accedere ai beni pubblici a causa delle loro origini, convinzioni e opinioni.

L'ostracismo è stato utilizzato dai regimi totalitari come un modo di neutralizzare le persone ritenute una minaccia e come mezzo per rafforzare la propria influenza sul resto della popolazione attraverso il terrore. Esso, giustificato da ideologie fuorvianti e sostenuto da una propaganda ingannevole, da normative scorrette e da strutture repressive, ha permesso a questi regimi di nascondere omicidi di massa o di far scomparire i potenziali oppositori.

A causa della loro conseguenze letali, si dovrebbe analizzare e discutere i processi di ostracismo del passato in modo da informare i cittadini di oggi. Con i loro progetti, i candidati affronteranno i temi e le questioni seguenti: quando si può ritenere che una categoria della popolazione subisca ostracismo? Come riconoscere un "capro espiatorio" e scomporre il discorso che porta alla segregazione e all'emarginazione? Come possiamo far fronte a discorsi politici che usano le paure, i pregiudizi e l'odio nei confronti di alcune categorie della popolazione, e come possiamo contrapporvi contro-argomentazioni? Come lottare contro l'incitamento all'odio diffuso attraverso i social media e internet? Quali sono gli strumenti educativi e giuridici a livello nazionale e dell'UE per combattere il razzismo e la xenofobia (come l'antisemitismo, l'ostilità verso i rom e i musulmani ecc.), come anche l'omofobia e l'ostracismo nei confronti di altre minoranze?

 

  1. Transizione democratica e adesione all'Unione europea

Per molti Stati membri che hanno esperito la transizione alla democrazia nella loro storia recente, l'adesione all'Unione Europea ha svolto un ruolo importante nel sostenere e consolidare il processo di democratizzazione. Ad esempio, attraverso il sistema di "condizionalità democratica", la pre-adesione ha stimolato cambiamenti politici e riforme strutturali, rafforzato le capacità amministrative e migliorato la tutela delle minoranze.

I progetti finanziati nell'ambito del programma "L'Europa per i cittadini" analizzano il modo in cui la prospettiva di adesione all'UE ha influenzato le pratiche e gli standard democratici di ex regimi autoritari o dittature. Essi riflettono inoltre sul ruolo dell'adesione all'UE nel processo di transizione democratica. I progetti si concentreranno in particolare sulle manifestazioni storiche, i punti di svolta o le fasi che hanno caratterizzato questo lento processo di trasformazione, sottolineando in quali modi essi abbiano contribuito a superare il passato, a conseguire l'obiettivo finale di "tornare in Europa" e a costruire il futuro. I progetti devono mettere in evidenza quali sono stati i fattori chiave di questo processo e sottolineare le difficoltà incontrate o quelle che ancora esistono, soprattutto dopo l'eliminazione della condizione di pre-adesione e l'adesione all'UE. Pur tenendo conto degli allargamenti realizzati in questi ultimi decenni e dei loro risultati in termini di democratizzazione, i progetti apriranno la discussione sull'auspicabilità di futuri allargamenti o su altri tipi di partenariato cui si applica

 

 

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EUROPA PER I CITTADINI – COINVOLGIMENTO DEMOCRATICO E PARTECIPAZIONE CIVICA

Termine di presentazione dei progetti: entro le ore 12 del 1 marzo 2018

Qui il bando: https://eacea.ec.europa.eu/europe-for-citizens/funding/civil-society-projects%E2%80%932018_en

 

Civil society projects: il bando sostiene progetti che raccolgono cittadini per sviluppare attività direttamente collegate alle politiche dell'UE, fornendo un'opportunità di partecipazione diretta al processo di elaborazione delle politiche. Le attività finanziate possono includere: promozione dell'impegno sociale e solidarietà, raccolta di opinioni, volontariato.

Che cosa finanzia?

•Attività che coprano la partecipazione civica, focalizzata in particolare sulle Politiche dell’Unione Europea.

•Iniziative che sviluppino opportunità per la mutua comprensione, l’apprendimento interculturale, la solidarietà, il coinvolgimento sociale e il volontariato a livello europeo.

 

Massimo del finanziamento possibile per un progetto: 150.000 euro

Durata massima del progetto 18 mesi

Chi può parteciapre: Organizzazioni no for profit, incluse le organizzazioni della società civile, dell’educazione, associazioni culturali o istituti di ricerca

Il progetto deve coinvolgere organizzazioni da almeno 3 paesi eleggibili di cui almeno uno deve essere un paese europeo.

 

Argomenti:

 

  1. Comprendere e discutere l'euroscetticismo

L'euroscetticismo ha guadagnato terreno negli Stati membri, tanto da ridisegnare le mappe politiche e far saltare le divisioni politiche tradizionali. Il termine stesso si riferisce ad atteggiamenti nei confronti della costruzione europea molto diversi fra loro, che vanno dalla pura e semplice critica delle sue modalità di integrazione attuali (atteggiamento eurocritico) a una vera e propria ostilità nei confronti dell'Unione Europea in quanto tale (eurofobia).

L'euroscetticismo, sempre più influente nelle agende politiche degli Stati membri e del Parlamento europeo e sempre più diffuso fra determinati gruppi di elettori, è diventato una realtà che richiede analisi, discussioni e comprensione ulteriori. Proponendo un'alternativa a un'"Unione sempre più stretta", esso mette in discussione il modo in cui fin dall'inizio è stata concepita, progettata e attuata la costruzione europea. In quanto spazio pubblico autenticamente democratico, l'UE dovrebbe prendere in considerazione tale realtà politica senza pregiudizi e invitare a far sentire la loro voce i cittadini dell'UE che non sono del tutto convinti dei suoi pregi o sono delusi dai risultati/orientamenti attuali.

In questa ottica, si invitano i candidati a elaborare progetti che riflettano sulla comprensione dell'euroscetticismo e stimolino la discussione sulle sue conseguenze per il futuro dell'Unione Europea. Allo stesso tempo, i candidati sono invitati a illustrare i vantaggi delle politiche dell'UE, riconoscere le difficoltà incontrate e le sfide future, nonché a presentare i risultati ottenuti dall'UE e il costo di un'eventuale Europa non più unita. In tali dibattiti possono essere affrontati i seguenti temi e questioni: come possiamo definire l'euroscetticismo? È un fenomeno politico recente aggravato dalla crisi finanziaria o esisteva già da tempo? Perché sta crescendo? Di cosa è indice l'euroscetticismo? L'euroscetticismo rimette in questione l'integrazione europea in sé o solo le sue modalità attuali? Rappresenta un divorzio permanente, crescente e irreversibile tra i cittadini e l'UE? Quali sono le conseguenze dell'euroscetticismo sulle condizioni di partecipazione civica e di impegno democratico a livello nazionale e dell'UE? Gli euroscettici costituiscono un gruppo omogeneo oppure possiamo trovare tipi diversi di prese di posizione euroscettiche? In che modo diffondono le loro idee? Quali sono i fattori che possono far prevedere un sostegno/un'opposizione forte all'integrazione europea (posizione sociale, atteggiamento verso la globalizzazione, interessi economici, senso di appartenenza comune, valori, impatto della cultura politica, attaccamento alla sicurezza sociale...)? L'UE può influire su tali fattori? In che misura le principali preoccupazioni dei cittadini euroscettici dell'UE dovrebbero essere esaminate e prese in considerazione nelle politiche dell'UE? In quali modi ciò potrebbe contribuire ad avvicinare l'UE ai suoi cittadini? Quali sono i pericoli dell'euroscetticismo per l'integrazione europea e il suo futuro? Come fare delle critiche verso l'UE uno stimolo utile e positivo per la costruzione europea a lungo termine?

 

  1. La solidarietà in tempi di crisi

Il concetto di solidarietà si riferisce solitamente al sostegno reciproco all'interno di un gruppo unito dagli stessi interessi o valori, ed è strettamente legato al concetto di generosità, ma anche a quelli di reciprocità e responsabilità.

Cosa significa "solidarietà" per un soggetto politico composto da stati-nazione come l'Unione europea, soprattutto in tempi di crisi? Quali sono i limiti legali, politici, economici, etici, della solidarietà europea?

La questione della solidarietà in contrapposizione alla responsabilità, inoltre, viene sempre più spesso sollevata nell'ambito di altri settori politici, come la migrazione. Nel lungo periodo la questione della solidarietà potrebbe minacciare la coesione interna dell'UE: essa pertanto richiede un ampio dibattito.

Attraverso i loro progetti, i candidati illustreranno e valuteranno i meccanismi di solidarietà esistenti all'interno dell'UE, riflettendo sui settori in cui tali meccanismi comuni potrebbero essere utili e sviluppati come tali. Essi prenderanno inoltre in considerazione altri possibili canali di solidarietà europea come il volontariato, le donazioni, le fondazioni, le organizzazioni della società civile, le associazioni di beneficenza, il finanziamento collettivo (crowdfunding) ecc.

In questi progetti, i cittadini avranno la possibilità di meglio comprendere e discutere il valore aggiunto dell'intervento dell'UE in tempi di crisi, quando le risposte nazionali appaiono insufficienti, sottolineando nel contempo le contropartite/i limiti di tali meccanismi di solidarietà in termini di responsabilità e costi finanziari. Essi contribuiranno a superare la percezione nazionale della crisi promuovendo una comprensione reciproca della situazione e attraverso la creazione di sedi in cui si possa discutere in modo costruttivo delle soluzioni comuni.

 

  1. Lottare contro la stigmatizzazione degli "immigrati" e costruire contro-narrazioni per incoraggiare il dialogo e la comprensione reciproca

Al giorno d'oggi nel dibattito politico la stigmatizzazione è regolarmente utilizzata da movimenti estremisti e populisti contro "gli altri", "gli stranieri", "gli immigrati" o "le minoranze".

Approfittando dei livelli elevati di disoccupazione e della precarietà sociale degli elettori, come anche della paura della globalizzazione e del terrorismo, gli "immigrati" sono presentati come i responsabili di tutti i mali o come potenziali minacce alla conservazione del tenore di vita, alla coesione sociale e alla sicurezza interna dei paesi. La loro stigmatizzazione avviene attraverso la propaganda politica, l'incitamento all'odio e una retorica volutamente ambigua, in cui si fondono concetti diversi (crisi e migrazione; terrorismo e migrazione) per unificare le comunità nazionali contro un capro espiatorio designato.

Tali dibattiti politici inaspriscono la xenofobia, l'intolleranza e le discriminazioni, e minacciano la coesione delle società dell'UE. Essi potrebbero portare a limitare i diritti fondamentali delle minoranze, erigere nuovi confini, ostacolare l'integrazione e la comprensione reciproca e adottare normative in contrasto con i valori fondamentali su cui si fonda l'Unione europea, nonché al tempo stesso favorire l'ulteriore emarginazione delle persone più vulnerabili o emarginate all'interno delle società dell'UE (le fasce sfavorite e svantaggiate, che spesso includono i giovani e le persone originarie di paesi terzi), e in certi casi perfino provocare una radicalizzazione dei loro comportamenti.

In questo contesto, il programma "L'Europa per i cittadini" finanzierà progetti volti a incoraggiare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca attraverso la partecipazione di cittadini degli Stati membri insieme eventualmente a cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente nell'UE. Tali progetti contribuiranno a superare gli stereotipi sui migranti decostruendo i processi passati e presenti di stigmatizzazione e promuoveranno inoltre la tolleranza e il rispetto dei valori comuni, utilizzando contro-narrazioni per creare una più corretta percezione dei cittadini dei paesi terzi da parte dei cittadini dell'UE Dal momento che l'integrazione è un processo bidirezionale, dovrà esservi anche una riflessione sui modi per favorire la partecipazione alla vita civile dei cittadini di paesi terzi legalmente residenti nell'UE.

 

  1. Dibattito sul futuro dell'Europa

Visto che i cittadini non vedono necessariamente nell'attuale Unione Europea un veicolo di cambiamenti positivi, essi dovrebbero essere interrogati in merito al tipo di Europa che vogliono. Servono una visione a lungo termine e un nuovo discorso narrativo per l'Europa che siano più attraenti in particolare per i giovani, orientati al futuro e positivi.

Tale dibattito dovrebbe naturalmente essere basato sugli insegnamenti tratti dalla storia e, in particolare, sui risultati concreti dell'Unione Europea, ma dovrebbe anche offrire nuovi messaggi e discutere eventuali azioni intraprese dall'Unione Europea, sia quelle interne per rafforzare la sua coesione sociale, economica e politica, sia quelle a livello internazionale per mantenere il suo ruolo di leader in un mondo sempre più globalizzato che affronta problemi globali.

Nella sua comunicazione sulle elezioni del 2014 per il Parlamento europeo, la Commissione, riferendosi alle future consultazioni del 2019, ha sottolineato l'importanza "di individuare modalità di rafforzamento della dimensione europea e della legittimazione democratica del

processo decisionale dell'UE, nonché di esaminare più approfonditamente e tentare di affrontare i motivi per i quali la partecipazione in determinati Stati membri resta sempre bassa. Ciò indica la necessità di individuare nuovi modi per favorire la partecipazione alle prossime elezioni, in particolare per mezzo di un tempestivo sostegno alle campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, regionale e locale".

In questo contesto, i cittadini europei dovrebbero anche essere invitati a esprimersi su come agire concretamente per creare un'Unione più democratica, in modo da coinvolgerli di nuovo nel progetto europeo. Si dovrebbe prestare particolare attenzione, oltre che alla partecipazione elettorale e ai canali classici della democrazia rappresentativa, agli strumenti di partecipazione civica (come l'iniziativa dei cittadini europei) e ai canali innovativi di partecipazione digitale, come i social media e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

I cittadini sono invitati a prendere parte a questa discussione attraverso progetti o un impegno attivo nelle organizzazioni che partecipano al programma "L'Europa per i cittadini". Il dibattito non dovrebbe essere limitato a chi già sostiene l'idea dell'Unione europea, ma raggiungere i cittadini che rifiutano o mettono in discussione l'Unione europea e le sue realizzazioni o che sono indifferenti all'argomento.

 

 

 

 

 

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