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11/04/2016

Per i diritti di freelance e precari nasce Gasp

Un flash-mob, un’assemblea e un manifesto per cominciare

Il nome sembra uscito da un fumetto, gli intenti sono serissimi. Nasce a Torino questa settimana con due iniziativa pubbliche, un flash-mob e un’assemblea,  Gasp (Gruppo Autonomi Soccorso Precari), un collettivo che riunisce al suo interno diverse categorie di lavoratori autonomi. L’obiettivo, semplice, è quello di trovare un terreno di rivendicazione comune tra donne e uomini che non si sarebbero potuti incontrare diversamente. Tra di loro, nelle oltre cento firme raccolte in calce al manifesto che è l’atto di nascita del gruppo, ci sono anche i free lance della Subalpina perché il sindacato dei giornalisti ha creduto fin dall’inizio in questo percorso.
Non si tratta naturalmente del tentativo di dar vita a un nuovo sindacato: ognuno continuerà a rivendicare nel proprio settore e con le proprie strutture i diritti di categoria. Al contrario, uno degli obiettivi di Gasp è proprio quello di spingere le organizzazioni tradizionali ad affrontare con un’ottica nuova i problemi del lavoro autonomo. In una società nella quale le forme di impiego tradizionale vanno diminuendo di giorno in giorno, il sindacato potrà continuare ad avere un ruolo solo se saprà farsi interprete anche delle esigenze di chi, per ora, lo guarda con indifferenza se non con ostilità. E’ un interesse comune: un sindacato forte e rappresentativo è interesse delle organizzazioni e dei lavoratori, ma è anche caratteristica insopprimibile di una società democratica all’interno della quale la presenza del sindacato può ridurre le diseguaglianze, come testimoniato da recenti studi del Fondo Monetario Internazionale.
Gasp parte da quello che è il valore fondante di qualunque organizzazione sindacale: l’unità. In tutto il mondo le leggi che hanno precarizzato il mondo del lavoro e incattivito la società, lo hanno fatto a partire dalla divisione anche fisica dei lavoratori. La molteplicità delle forme contrattuali, la parcellizzazione delle prestazioni, hanno avuto come obiettivo non solo l’abbattimento del valore economico del lavoro, ma anche e soprattutto la separazione delle persone. Di fronte al proprio datore di lavoro, senza la possibilità di una rivendicazione collettiva, il lavoratore è sempre il soggetto più debole. Se questa è stata la strategia delle controparti, il compito del sindacato dev’essere allora esattamente opposto: riunire le persone. Con il suo manifesto (lo trovate in calce), partendo da un’esperienza locale che ambisce però a stabilire alleanze nazionali, Gasp prova a percorrere questa strada. Ed è bello che in un’Europa sonnolenta e dove rinascono muri di odio, un’esperienza come questa prenda via nei giorni in cui migliaia di giovani francesi scendono nelle piazze contro leggi sul lavoro simili a quelle approvate in Italia e lo facciano con slogan che parlano di solidarietà ed eguaglianza. Un tempo si diceva “ce n’est qu’un debut” (“questo è solo l’inizio”), ma “debut” significa anche alzarsi: l’Europa del lavoro ne ha davvero bisogno.
Stefano Tallia
Segretario Associazione Stampa Subalpina


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Qui la pagina Facebook di GASP


Martedì 12 Aprile, ore 11,30, Torino, Palazzo Lascaris : “Le tutele non sono un gioco” – Flash mob di freelance, precari e futuri precari.

Venerdì 15 Aprile, ore 21, Torino, Cavallerizza Reale:  “Travolti da un (in)solito destino –Assemblea cittadina di Gasp


    
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Manifesto GASP - Gruppo autonomi soccorso precari

Oggi, solo nel Nordovest d'Italia, sono 450 mila i professionisti che lavorano come autonomi: di questi, una buona percentuale è costituita da freelance a partita Iva, impegnati con diversi committenti. Se a questi aggiungiamo i precari nel senso stretto del termine (ovvero con un unico datore di lavoro) il dato cresce a dismisura. La condizione di precarietà riguarda ormai gran parte delle professioni un tempo considerate come "privilegiate" e che oggi invece vivono un disagio che è spia di un problema diffuso: giornalisti, ricercatori, psicologi, ingegneri, architetti, medici, avvocati, agronomi, archivisti, bibliotecari, lavoratori del mondo dello spettacolo e tanti altri. Il disagio è condiviso anche dagli studenti universitari, comprensibilmente preoccupati per il loro futuro prossimo.
Freelance e precari sono sempre più numerosi e sempre più abbandonati a se stessi. La proliferazione di contratti privi di tutele e caratterizzati da stipendi imbarazzanti è ciò che accomuna una generazione che non avrà mezzi propri per far fronte ad anzianità ed imprevisti e i cui problemi saranno quindi interamente a carico della comunità, con un costo enorme per tutti.
È assolutamente necessario porre un argine a questo fenomeno, intervenendo subito.
I professionisti autonomi di Gasp propongono un manifesto costituito da pochi punti:
1. Malattia. Per tutti i lavoratori freelance/precari deve essere disponibile un'indennità di malattia che copra l'intero periodo di inattività a chi abbia versato almeno tre annualità di contributi nel corso dell'intera vita lavorativa, non solo nell'ultimo periodo. Tale indennità venga definita su valori che siano effettivamente sostitutivi del reddito (80% del reddito per la malattia ospedalizzata, 30% per quella domiciliare e per i periodi di trattamento invasivi, quali chemio e radioterapia), usando come parametro il reddito percepito prima della malattia. Deve essere inoltre possibile sospendere, durante il periodo di inattività, tutti i pagamenti (Inps, Irpef), che saranno poi dilazionati e versati a partire dalla piena ripresa lavorativa.
2. Indennità di disoccupazione. Per tutti i lavoratori freelance/precari deve essere disposta un'indennità di disoccupazione per chi abbia versato almeno tre mensilità di contributi nel corso dell'anno in cui si perde involontariamente il lavoro. Tale indennità venga definita su valori che siano effettivamente sostitutivi del reddito (80% del reddito) per una durata di sei mesi, usando come parametro l'ultimo reddito percepito.
3. Minimi Tariffari. Deve essere ostacolata con ogni mezzo la possibilità di offrire lavoro gratuito. È necessaria la definizione di un compenso minimo garantito, con riferimento estensivo ai minimi previsti dai contratti collettivi nazionali. Devono essere, inoltre, introdotte misure volte a garantire la certezza dei pagamenti.
4. Sicurezza sul lavoro. Per tutti i lavoratori freelance/precari devono essere previsti la copertura assicurativa Inail e l'iter di formazione, come prescritto dalla legge 81/08, senza ulteriori tassazioni a carico dei lavoratori. I fondi per questa operazione potranno essere individuati nel bacino esistente degli attuali versamenti.
5. Fondo di garanzia. Deve essere istituito a livello regionale un fondo speciale per i lavoratori freelance/precari. Il fondo consentirà alla Regione di farsi garante nei confronti delle banche affinché i lavoratori possano ottenere, ad esempio, un prestito o un mutuo a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa. Su tale fondo potrebbe, inoltre, gravare l’indennità di disoccupazione, oltre che il sostegno ai professionisti nel caso di fallimento del committente.
 

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