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14/11/2019

IL PROGRAMMA DI GIORNALISTI INDIPENDENTI

Passione e tenacia: i Giornalisti Indipendenti per una Subalpina a porte spalancate

Dalla società aperta alla società liquido-gassosa: è proprio questo l’itinerario che stiamo percorrendo? Per arrivare all’assunto popperiano ci abbiamo messo un bel po’ di tempo, combattendo contro i pregiudizi ed i lacerti dei totalitarismi. L’avvento della rete, che avrebbe dovuto facilitare la circolazione delle idee e quindi una democratizzazione dei saperi, si è rivelato un boomerang del quale non abbiamo ancora contezza, talmente è vasto l’impatto del controllo che la “macchina” ha nei confronti degli utilizzatori umani; il problema delle grandi centrali del web consiste nel non essere pensate per darci alternative. Prevedono i nostri bisogni e ci chiudono in una bolla.

Google, Facebook, Amazon si stanno ritagliando un ruolo che sino a non poco tempo fa era proprio degli Stati-Nazione, anticipando le nostre scelte: siamo nell'iperstoria, un eterno presente che cancella passato e geografia, confondendo l'efficienza con la felicità ed il benessere in una inquietante “happycrazia”. Sempre on line o meglio on life in una logica di pura competizione: quando anche da noi i social credits, cioè un punteggio di base assegnato a tutti i cittadini che, a seconda del comportamento più o meno virtuoso consono al regime, perdendo punti nel corso della vita rischiano di non poter acquistare nemmeno un biglietto del treno o un elettrodomestico.

Alternative? Tornare alla comunità, non certamente autarchica, ma quella rispettosa di uno spazio pubblico dove si innervano le nostre convinzioni; certamente è un luogo scomodo perché senza contraddittorio e senza il principio di falsificazione non è possibile trovare la verità, o almeno il verosimile. Già nel ‘600 lo aveva compreso il poeta John Milton quando nei caffè e sui libri vide nascere la civiltà del dubbio e della discussione.

Perché questo lungo cappello per introdurre la lista Giornalisti Indipendenti?

Perché dobbiamo avere contezza della mutazione genetica del lavoro e delle professioni in genere, dove la nostra in particolare ha subito e subirà molti contraccolpi, consci però delle potenzialità di un mestiere sempre più necessario, proprio sulla scorta delle precedenti riflessioni. Quanti sberleffi ricevevamo per proporre e sostenere argomenti che oggi sono dati per scontati, ma che un tempo erano forche caudine e percorsi ad ostacoli datati sin dal 1992, portati comunque caparbiamente avanti con quel sottile piacere di sapere di essere anticipatori dei tempi e non essere capiti. Quante discussioni quando cercavamo di far comprendere ai garantiti e consolidati che la professione incominciava a guardare da un’altra parte, carsicamente sottotraccia con repentine emersioni.

Il giornalismo professionale non poteva piu’ essere appannaggio solamente dei dipendenti ma occorrevano aperture, in primis mentali, e spazi di inclusione per i giornalismi, declinati al plurale. Siamo arrivati fin qui senza mai alzare i toni, spesso in punta dei piedi ma ferrei nel praticare concretamente ciò che sosteniamo negli spazi e nei luoghi, ed anche negli a-luoghi della professione.

Paradigmatica è l’ultima novità in capo al nostro istituto di previdenza sostituivo della previdenza pubblica, per quanto riguarda l’Inpgi 1 e con la Gestione separata per i lavoratori libero-professionali: entro il 2023 entreranno nel perimetro della professione i comunicatori: non come auspicio ma con legge inserita in Gazzetta ufficiale. Certamente si dovranno trovare rappresentanza e spazi nell’albo  e nel sindacato per coloro che verseranno all’Inpgi i contributi previdenziali. E’ solo l’ultimo di una serie di tasselli che smuovono le fondamenta di una professione per troppo tempo ingessata nelle sue certezze, incurante di ciò che avveniva intorno e rinchiusa nei fortini della corporazione.

Risulta quindi sempre più strategica la lista dei Giornalisti Indipendenti e la cultura che sottende la nostra azione: non solamente per aver precorso i tempi e averli interpretati, ma per essere stati sprone e parte attiva e propositiva per rendere concreta l’azione sindacale. Gli ultimi anni hanno visto il nostro sindacato regionale, la Subalpina, attenta ai cambiamenti e di questo dobbiamo dare atto alla segreteria uscente,  inclusiva e pronta a recepire suggerimenti e consigli. Certamente aiuta la nostra collocazione nazionale in seno alla maggioranza federale e la leale collaborazione, pur mantenendo autonomia e spirito critico. Ne sono plastica evidenza i nostri candidati, provenienti dalle piu’ disparate esperienze lavorative. Colleghe e colleghi che sono l’emblema di una professione che muta pelle ad horas e che deve rimanere ancorata ai principi della solidarietà intergenerazionale.

I candidati dei Giornalisti Indipendenti sono mossi da spirito di servizio, interpreti leali e corretti della delega fiduciaria, sempre pronti a dar conto del loro operato.

Ezio Ercole
Presidente Giornalisti Indipendenti
 

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