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23/11/2022

Elezioni: GIORNALISTI INDIPENDENTI

Il programma e i candidati

GIORNALISTI INDIPENDENTI: caparbietà, determinazione, fiducia


Caparbietà, perché in tutti questi anni non abbiamo mancato un appuntamento elettorale e, pur non raggiungendo la responsabilità apicale della conduzione politica, ci siamo contraddistinti per una funzione di stimolo e di controllo nei confronti di un sindacato, unico ed unitario, che necessita un radicale rinnovamento ed una svolta di rappresentanza allargata ed aperta alle istanze che provengono dalle colleghe e dai colleghi.
Determinazione, perché in un percorso intrapreso in tempi dove le garanzie del lavoro dipendente sembravano intoccabili, noi abbiamo denunciato la deriva di una professione che si sarebbe parcellizzata sempre di più con una caduta verticale delle garanzie. I liberi professionisti (non in senso tecnico di professionisti e pubblicisti e neanche nella curiosa distinzione sindacale fra professionali e collaboratori, ma semplicemente nell’accezione di free lance non dipendenti) oggi diventati maggioranza devono costituire un soggetto politico che necessita di rappresentanza insieme ai dipendenti, consci di navigare sulla stessa barca ed affrontare i marosi che non distinguono i ruoli ma solo la forza del remare insieme.
Fiducia, perché nonostante le tentazioni scissioniste, noi riteniamo che il valore di un sindacato improntato su basi federaliste (venti associazioni sindacali, una per regione con il coordinamento centrale della Federazione nazionale della stampa italiana, FNSI) mantenga intatto il suo valore di rappresentanza e di rappresentatività volta a riunire in un medesimo soggetto non gli unanimismi ma le fertili dialettiche fra opinioni e considerazione diverse. Per tale ragione ci preoccupa l’assenza di liste plurime, che sono il sale di ogni istituto elettivo, in ben 17 associazioni regionali con l’esclusione –  non a caso - di Piemonte, Lombardia e Lazio. La Subalpina, quindi, vuole continuare sulla unitarietà sindacale ma nella dialettica diversità di visioni, proposte e progetti.

 

La nostra lista contiene una rappresentanza diffusa nei mille rivoli di un nobile mestiere (meglio sarebbe dire missione, nel senso etimologico del termine di missio, da mittere, mandare), paradigma delle esperienze più diverse all’interno del variegato arcipelago giornalistico e anche oltre. Il sindacato unico ed unitario deve obbligatoriamente occuparsi di ciò che sta accadendo al di là del suo perimetro. Ad esempio, dire la sua sulla recentissima novità dei nuovi criteri interpretativi dell’articolo 34 della legge 3.2.1963 n. 69 che aprirebbero l’accesso alla professione ai social media ed alle nuove tecnologie digitali, che svolgono attività giornalistica (quale?) ma non possono essere riconosciuti non avendo una testata di riferimento. Nessuno più di noi è aperto nel riconoscere che il giornalismo sta mutando pelle di ora in ora e adeguare ed aggiornare quindi le regole ai nuovi tempi, ma proprio per questo le rappresentanze della categoria nel loro insieme debbono interrogarsi ed approfondire temi che sono strategici per il futuro della professione. Per essere conseguenti e soprattutto coerenti le candidate ed i candidati della nostra Lista provengono dai “giornalismi” vecchi e nuovi: carta stampata (quotidiani, settimanali, mensili), radio e televisione, uffici stampa, testate on line registrate e con direzione responsabile acclarata, social media qualificati; tutte e tutti motivati dal “mestiere più bello del mondo” ma soprattutto consci della delicatezza nel maneggiare l’informazione dove i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza, lealtà ed imparzialità devono essere pane quotidiano degli operatori dell’effemeride e non vuoti simulacri di petizione di principi. Lo ripetiamo con le parole di papa Francesco in un incontro con i Paolini: “La comunicazione non è una professione, prima della professione è una vocazione e la vocazione di comunicare dà l’identità. Dio si comunica sempre nella realtà. La prima cosa che un comunicatore comunica è sé stesso! Parla di questo tema, ma come parla è importante: chiaro, trasparente è lui stesso che parla; questa è l’originalità. In questo senso i comunicatori sono poeti.”

 

Alcuni spunti nati dal dibattito.

  • LOTTA AL PRECARIATO. Incisiva, concreta, proponendo nuove forme di protezione per chi è sfruttato e tipologie di contratti moderne, adeguate ai tempi. Che premino innanzitutto i collaboratori di lungo corso e facciano sì che il rapporto tra le testate e i giornalisti che per anni hanno sputato sangue per l’editrice non si concluda, come avviene sempre più sovente oggi, in tribunale.
  • TUTELA LEGALE. Per i colleghi sfruttati, senza contratti né garanzie, ma anche per chi un contratto ce l’ha e ogni giorno rischia di pagare di tasca propria gli effetti delle sempre più numerose cause alle testate che come effetto finale producono l’autocensura dei giornalisti. La “man leva” dagli effetti civili e penali da parte degli editori, con la garanzia di una assistenza legale anche in caso di interruzione del rapporto, deve essere istituzionalizzata. Il sindacato, poi, può farsi carico di favorire una trattativa con i grandi gruppi assicurativi per valutare la possibilità di convenzioni a livello locale e nazionale a cui aderire garantendosi una copertura quantomeno delle spese legali.
  • LIBERTA’ DI INFORMAZIONE. Siamo pronti a combattere una battaglia per la riforma delle nuove norme introdotte in nome della sacrosanta presunzione di innocenza che alla fine, però, si traducono in un bavaglio alle fonti, con l’attribuzione ai procuratori compiti di “super capi ufficio stampa”. Compiti che non spettano loro, che ci si augura abbiano meglio da fare che vagliare la rilevanza delle notizie da divulgare.  
  • SMART WORKING. Il lavoro in redazione è, e resterà sempre, fondamentale per l’organizzazione di giornali, radio e televisioni. Ma la pandemia ci ha insegnato che il lavoro agile può essere una risorsa. Occorre però fissare regole chiare e valide per tutti, a partire da un contributo economico obbligatorio riconosciuto a chi lavori con mezzi propri.
  • ANALISI E AZIONE. Quanti sono i giornalisti freelance attivi? Quanti i co.co.co? Quante le cause per diffamazione? Quante edicole hanno chiuso? Quanti giornali?  Per cambiare le cose, occorre innanzitutto conoscerle. Quindi proponiamo la creazione di un gruppo di studio che analizzi lo stato dell’arte, con una sorta di “censimento” del sistema editoria che permetta di prepararsi alle lotte, alle riforme e alle trattative partendo dai numeri.

Non iniziano tutte con la “esse”, ma le priorità per i giornalisti, secondo noi, sono queste. E le mettiamo nel cappello del nostro programma. Perché sono cose in cui crediamo e pensiamo di poter realizzare.

 

Tagli, prepensionamenti, chiusure. Precarietà, lavoro nero, disoccupazione sono drammi che noi raccontiamo tutti i giorni, parlando degli altri. E mentre denunciamo con articoli e servizi radiotelevisivi le nefandezze di un mondo del lavoro che nelle imprese e nelle fabbriche vede ogni giorno ampliarsi la sfera degli pseudo doveri, a scapito dei diritti, sempre più compressi, rimaniamo impotenti di fronte a ciò che accade a casa nostra. Con un sistema dell’informazione dilaniato dagli stessi mali che affliggono le altre imprese, ma senza una tutela forte di chi alla fine paga il prezzo più alto della crisi, ossia i lavoratori, assai meno protetti di quanto avvenga per le altre categorie.

Serve un cambio di passo. Immediato. E servono risposte e proposte concrete che facciano uscire la Fnsi dall’angolo del ring in cui è stata messa dagli editori, ma anche dalla scarsa partecipazione di tanti colleghi che per troppo tempo non si sono interessati alle questioni sindacali, pensando fossero problemi di altri. Non è mai stato così. Ma mai come oggi, arrivati a un punto di non ritorno, l’impegno di tutti diventa indispensabile. Con questo spirito che la Lista Giornalisti indipendenti ha deciso di continuare a presentarsi alle prossime elezioni. Per dare voce a chi non ce l’ha e a chi, pur avendo la possibilità di farlo, non ha mai deciso che fosse arrivato il momento di lottare.

Lasciamo agli altri i concetti astratti e slogan generici triti e ritriti che portano da nessuna parte. I Giornalisti indipendenti dicono basta parole al vento. E sono pronti a combattere per i fatti, promuovendo azioni concrete in grado di incidere. Duri con la controparte, quando sia necessario. Ma consapevoli che la fermezza diventa efficace non quando si manifesta attraverso inutili barricate, bensì attraverso le proposte.

Perché non basta dire che il precariato è il male peggiore per far sì che domani i colleghi sfruttati e sottopagati vengano stabilizzati. E sarebbero poco credibili palingenetiche rivoluzioni. Ma qualcosa si può fare. Lo abbiamo fatto e lo faremo ancora di più se aumenterà il nostro consenso. Noi siamo pronti.

Ezio Ercole
Presidente Giornalisti indipendenti                                                                                                                 



Le CANDIDATE e i CANDIDATI di GIORNALISTI INDIPENDENTI
Elezione dei DELEGATI al XXIX Congresso nazionale della FNSI

PROFESSIONALI

 ALOISIO Vito
 BIANCO Daniela
 BILLERA Vittorio
 BORNIQUEZ Giorgio
 BOVO Efrem
 CARAMELLA Paola
 COPPOLA Gerardantonio
 FERRERO Barbara
 STORNELLO Gianni Maria
 TAMAGNONE Stefano
 TORRE Adriano
 VIGLIOTTI Giuseppina
Si possono esprimere fino a un massimo di 9 preferenze nell'ambito di una sola lista

 

COLLABORATORI

 ACQUAVIVA Alberto
 BALISTRERI Rita
 DIMOPOLI Gianni
 ERCOLE Ezio
 GIUFFRIDA Maria Stella
 GIUSTI Franca
 MANNA Paolo
Si possono esprimere fino a un massimo di 5 preferenze nell'ambito di una sola lista

 

 

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