Storia della Subalpina

19891999

Un secolo di giornalismo. L'Associazione della Stampa Subalpina

di Mario Grandinetti*
(con aggiornamenti a cura dell’Associazione Stampa Subalpina)

Alla fine del secolo scorso anche tra i lavoratori intellettuali, giornalisti e pubblicisti, si affermò la necessità dell'associazione con lo scopo di "procurare il miglioramento morale e materiale della categoria" e quindi dell'organizzazione e della mutua assistenza. E così nell'aprile 1899 (anno della nascita anche della Fiat) veniva costituita a Torino per iniziativa di Alfredo Frassati, direttore e proprietario de "La Stampa", l'Associazione della Stampa Subalpina che da associazione di intellettuali dominata dai direttori delle testate o da quanti più contavano nei maggiori giornali, riuscì ad essere un organismo di conquista di migliori condizioni di lavoro e di vita nelle redazioni. Gradualmente l'istituzione, accanto alle connotazioni strettamente sindacali, si propose come centro organizzatore di iniziative culturali e sociali per "l'evoluzione del popolo lavoratore". Essa fu in prima fila nella lotta per l'unità della categoria, nella battaglia in difesa della libertà di stampa e contro le leggi fasciste "liberticide", nel sostegno ad oltranza del pluralismo informativo e nella lotta al terrorismo negli anni sessanta. L'Associazione Stampa Subalpina ha assunto spesso un ruolo importante cercando sempre uno stretto legame con la realtà torinese e della provincia piemontese, dove vive e opera una ricca giornalistica, che ha assunto un ruolo originario e unico nel panorama giornalistico nazionale.

23 Apr1899

Data di nascita

L’Associazione Stampa Subalpina, sindacato dei giornalisti piemontesi, fu fondata il 23 aprile 1899 da Alfredo Frassati, editore e direttore de La Stampa e da altri, esponenti del mondo letterario e dell’informazione torinese e delle province della regione dove, dopo l’unità d’Italia, nacquero e si affermarono rapidamente numerose testate locali. L’altro quotidiano che, al momento della costituzione dell’Associazione svolgeva un ruolo molto importante, era la Gazzetta del Popolo fondata nel 1849.
Il primo statuto dell’Associazione fissava, in sostanza, quattro obbiettivi fondamentali: 1) sindacale con lo scopo di contrastare, superandolo, il “proletariato giornalistico” che riguardava quanti erano impegnati nelle testate della regione, costretti ad un lavoro improbo e mal pagati; 2) culturale e letterario; 3) di promozione e di aggiornamento tecnico nei giornali, da vedere anche in relazione all’introduzione della linotype e all’accantonamento dei caratteri mobili manuali; 4) sociale, avendo presenti non solo le esigenze e i progressi della categoria ma anche delle comunità di cui i giornalisti erano parte attiva. A proposito dell’ultimo punto, è interessante ricordare che la “Subalpina”, nel 1920, promosse a Torino anche la nascita della lega dei consumatori.
L’azione dell’Associazione diede frutti che apparvero evidenti nei giornali torinesi quando i redattori usufruirono dell’applicazione del primo contratto collettivo di lavoro giornalistico, stipulato nel 1911 e che favorì, nel 1919, anche il contratto per i poligrafici che limitava ai sei ore giornaliere il lavoro dei tipografi nelle aziende editoriali torinesi. La “Subalpina”, all’indomani della prima guerra mondiale, nel 1918, promosse poi la costituzione di un gruppo solidaristico denominato fascio ma- è bene precisarlo- che aveva un significato completamente diverso da quello che il termine avrebbe assunto con l'avvento del regime fascista. In quegli anni, proprio a Torino e proprio per una visione più “aperta” della professione e precorritrice dei tempi , andò affermandosi la funzione del giornalista come responsabile di quello che, più avanti, sarebbe stato comunemente chiamato ufficio stampa: nel 1924 alla Fiat e l’anno successivo alla presidenza del Consiglio dei Ministri dove Giovanni Giolitti chiamò Gino Pestelli, uno dei dirigenti del sindacato subalpino che maggiormente si sarebbero opposti alla “visione mussoliniana” della informazione e al quale sarebbe poi stato intitolato il “Centro di documentazione giornalistica”, uno dei più importanti d’Europa .
Il processo involutivo dell’associazione e, in un contesto più ampio, della FNSI e del giornalismo italiano, incominciò nel 1921 allorché Alfredo Frassati, il direttore de La Stampa, fu nominato ambasciatore.
Il 10 luglio 1923, Mussolini emanò il decreto sulla stampa che prevedeva il direttore responsabile in luogo del gerente e uno stretto controllo della prefettura sui quotidiani e sulle pubblicazioni periodiche. Nel settembre 1924 si svolse l’ultimo congresso della FNSI. Il 7 maggio 1926 fu costituito il Sindacato fascista dei giornalisti subalpini che ebbe sede a Torino a Palazzo Cisterna dove il 21 giugno 1925 l’Associazione aveva sistemato i suoi uffici. Nel 1929, dopo che anche i giornalisti piemontesi avevano costituito una cassa pensionistica e mutualistica, nacque l’Inpgi, l’Istituto nazionale per la previdenza dei giornalisti italiani che assorbì tutti gli organismi previdenziali regionali.
L’Associazione Stampa Subalpina fu ricostituita il 21 agosto 1943 quale “circolo di amici del giornalismo” con lo scopo, come era stato originariamente, di essere molto attiva nell’ambito della cultura torinese e regionale. Poco più di un mese prima, il 13 luglio, un bombardamento danneggio gravemente Palazzo Lascaris dove il sindacato fascista dei giornalisti subalpini si era trasferito nel frattempo e i suoi archivi andarono completamente distrutti.
La “Subalpina” riacquistò la sua fisionomia di sindacato di categoria autonomo e democratico nel 1945 con lo scopo dichiarato, fra l’altro, di agire in piena libertà nella realtà e di “difendere il titolo di giornalista”. Gli aderenti, professionisti oltre che pubblicisti, furono un centinaio. Il 20 gennaio 1946, l’Associazione adottò un nuovo statuto che ricalcava quello del 1912 e gli iscritti elessero un Comitato direttivo costituito da 11 componenti: 9 professionisti e 2 pubblicisti. Alla presidenza fu chiamato Ugo Longhi che rimase in carica fino al 1949. In quei mesi arrivarono a conclusione anche le trattative per il miglioramento economico dei giornalisti aderenti alla “Subalpina” e impiegati nelle testate torinesi, trattative che erano state avviate nel dicembre 1945.
Il sindacato dei giornalisti piemontesi si dotò anche di una vera struttura operativa. Nel 1947 aderì al patto d’azione stretto dalla FNSI con la CGIL. Inoltre, costituì un ufficio legale a disposizione degli associati. Infine, promosse la costituzione di un “Centro studi per la storia del giornalismo in Piemonte” che trovò sede in due locali a Palazzo Carignano e svolse un forte impegno propositivo e di carattere culturale allo scopo di fornire precisi riferimenti alla professione. Umberto Calosso, in particolare, elaborò anche uno schema basato su tre punti; 1) per la legge sulla stampa che sarebbe stata promulgata l’8 febbraio 1948; “2) allo scopo di affermare un volta per tutte il principio di una stampa “libera dallo Stato e dal capitale”; 3) e per tenere separata la pubblicità dall’informazione come oggi impone la deontologia professionale.
La sede stabile che fosse riferimento costante per i giornalisti piemontesi fu fra i problemi maggiori che assillarono i dirigenti dell’Associazione fra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Riccardo Giordano redattore capo de La Stampa (presidente della Subalpina dal 1952 al 1962), Giovanni Giovannini redattore e inviato speciale de La Stampa (presidente dell’Associazione dal 1962 al 1967) e Gaetano Massara individuarono la soluzione nella sede di Palazzo Ceriana Mayneri, situato in corso Stati Uniti e progettato nel 1884 dall’architetto Carlo Crespi che fosse anche sede del Circolo della Stampa, come era avvenuto nel 1951 a Milano per l’Associazione lombarda dei giornalisti.
Il 17 aprile 1957 Giordano, Giovannini e Massara costituirono, appunto, il Circolo della stampa e il 18 maggio dello stesso anno stipularono un contratto d’affitto per un lungo periodo di Palazzo Ceriana Mayneri che sarebbe poi diventato proprietà dei giornalisti piemontesi e del Circolo; qui, trovò sede anche l’Associazione Stampa Subalpina. Il presidente del sindacato, inizialmente fu anche presidente del Circolo. Successivamente, le scelte della categoria e le riforme statutarie resero il Circolo della stampa più autonomo, pur con il controllo su di esso dei giornalisti che hanno, quali soci fondatori, precisi diritti statutari.
Il 20 novembre 1962, per acclamazione, alla presidenza dell’Associazione fu chiamato Giovanni Giovannini e il nuovo Consiglio direttivo risultò più articolato dei precedenti, con rappresentanze ben definite dei giornalisti dei quotidiani della regione, dei redattori della Rai e dei pensionati. Giovannini riassunse la filosofia della sua presidenza in questo slogan: “Difesa ad oltranza del giornalismo nell’azienda, difesa ad oltranza del giornalismo fuori dall’azienda”.
Il contratto nazionale di lavoro giornalistico, stipulato il 22 dicembre 1962 fra la FNSI e la FIEG, la federazione degli editori, stimolò ulteriormente l’azione sindacale regionale. La “Subalpina” si dotò di un servizio per gli interventi in vertenze individuali, di un “ufficio studi sindacale”, di una Commissione paritetica per la conciliazione delle controversie, di un ufficio per l’assistenza legale gratuita ai soci. Contratti integrativi aziendali furono stipulati a La Stampa, a Stampa Sera, alla Gazzetta del Popolo, a Tuttosport. Finalmente “scattò” la quattordicesima mensilità. A La Stampa fu introdotta la “settimana corta” con la fiera opposizione del direttore Giulio De Benedetti che per un certo periodo la impedì.
L’Associazione nella seconda metà degli anni Sessanta accentuò ulteriormente la sua azione sindacale mentre ad Aosta, che era allora compresa nell’area territoriale di competenza della “Subalpina”, nacque il quotidiano La Valleé (19 0ttobre 1963) e a Torino Piemonte Sera (giugno 1964) nonché il rotocalco 45° Parallelo (1964) edito dal Circolo della Stampa. E Franco Marchiaro (presidente dal 1967 al 1979) nel 1967 fondò Stampa Subalpina, organo ufficiale bimestrale del sindacato “un vero e proprio sindacato unitario dei giornalisti piemontesi” come lo stesso Marchiaro ebbe a sottolineare.
I congressi della FNSI di Grado- Gorizia del giugno 1968 e di Salerno dell’ottobre 1970 (nell’anno fu riformato lo Statuto della Federazione) influirono fortemente anche sull’operatività sindacale della “Subalpina” che, come si scrisse “da associazione di prestigio si trasforma in una forza reale, con un vero potere contrattuale rispetto all’azienda e alla società”. E questa stessa forza sostenne le lotte dei dipendenti della Gazzetta del Popolo di cui nell’estate 1974 l’editore decretò la chiusura.
Stampa Subalpina, per far sapere a Torino e al Piemonte che cosa stesse accadendo e che era in atto il soffocamento di uno dei giornali più antichi del nostro Paese, uscì in edizione straordinaria e andò in edicola al posto della soppressa Gazzetta.
Costituita una cooperativa con l’appoggio incondizionato dell’Associazione e presieduta da Antonio Battiato, il 2 agosto 1974 il personale della Gazzetta del Popolo iniziò l’autogestione del giornale nella sede di corso Valdocco, autogestione che si concluse l’11 ottobre 1975 quando il quotidiano fu acquistato da un editore che faceva capo al milanese Ludovico Bevilacqua. Successivamente, le alterne vicende tormentarono la vita della Gazzetta che, messa in liquidazione, chiuse definitivamente i battenti nell’estate del 1981. La testata fu poi utilizzata per altre due iniziative che non ebbero molta fortuna.
La vivacità sindacale che caratterizzò la fine degli anni Settanta rese necessario, fra l’altro, un nuovo statuto “per rendere più partecipato ed efficiente il sindacato” come fu scritto in quegli anni. E l’Associazione adottò un successivo statuto nel maggio 1988. La sessione straordinaria del Congresso della FNSI, svoltasi a Riccione nel gennaio 1998 e che introdusse i profili dei “giornalisti professionali” e dei “giornalisti collaboratori” , rese necessaria un’ulteriore riforma statutaria che il Consiglio Direttivo della “Subalpina” approvò nel dicembre dello stesso anno. Lo statuto vigente prevede l’elezione dei delegati e il congresso regionale che elegge direttamente il segretario.
L’Associazione nel suo secolo di vita ha proceduto, nel complesso, a 6 riforme dello statuto che rispecchiano con precisione i mutamenti intervenuti nel sindacato dei giornalisti piemontesi e nelle comunità nelle quali operano: nel 1899, anno della fondazione, nel 1912, nel 1946, nel 1970, nel 1988 e nel 1998.
Gli anni Novanta corrispondono, per l’Associazione, ad una fase fortemente caratterizzata che riguarda, in primo luogo, la sistemazione contrattuale all’interno dei periodici locali, gran parte dei quali fondati nel secolo scorso come è stato già accennato o nei primi decenni di questo secolo e che rappresentano una peculiarità originale del Piemonte.
Le radici di una vera e propria “rivoluzione” sindacale, assecondata giuridicamente dall’Ordine dei Giornalisti, istituito nel 1963, che ha sempre dimostrato molta sensibilità nell’ambito rigoroso della legge per la sistemazione contrattuale dei redattori dei giornali locali, risalgono agli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Novanta. Infatti, sempre a Biella, alcuni colleghi sostennero con successo le tesi che i redattori dei periodici locali avevano gli stessi diritti contrattuali dei colleghi dei quotidiani e dei grandi periodici e che, se in possesso dei requisiti di legge, dichiarati praticanti dall’Ordine, avevano il pieno diritto di sostenere gli esami di stato e diventare giornalisti professionisti con l’unica condizione della vigilanza del direttore responsabile giornalista professionista del periodico dove erano occupati.
Ma la “svolta” che ha moltiplicato i contratti nei periodici piemontesi portando, nel complesso, ad oltre cento i giornalisti professionisti è stata “costruita” nel giugno 1994 quando l’Associazione siglò il primo protocollo d’intesa con la Fipe (Federazione italiana dei piccoli editori) nel rispetto del Contratto nazionale di lavoro giornalistico e nell’aprile 1999, allorquando fu firmato il secondo protocollo d’intesa, più articolato e controfirmato da Paolo Serventi Longhi e da Lorenzo del Boca, rispettivamente segretario generale e presidente della FNSI.
L’Associazione, nell’anno centenario della sua fondazione, ha rinnovato la sua sede rendendola più funzionale e ha creato le basi per sviluppare, accanto alla azione sindacale sempre più incisiva, una molteplicità di servizi e di consulenze destinate ai soci, compresi gli sportelli dell’INPGI e della Casagit, la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, istituita nel novembre 1974.

18992011

I vertici della Subalpina

La storia dell’Associazione Stampa Subalpina, fondata a Torino nel 1899 (vedere la scheda storica), si articola su tre periodi fondamentali che nel volume Un Secolo di giornalismo (Mario Grandinetti, Franco Angeli Editore, Milano e Centro Studi sul giornalismo, Torino, anno 1999) sono stati così articolati: Associazione della Stampa Subalpina (1899-1926); Sindacato Interprovinciale Fascista dei Giornalisti, Torino (1926-1945); Associazione Stampa Subalpina (1945-2000).
Ai periodi elencati se ne aggiunge un quarto, incominciato il 4 marzo 2000 con la celebrazione del primo Congresso regionale dell’Associazione, svoltosi a Torino nella Sala Toniolo di Palazzo Ceriana-Mayneri (Circolo della Stampa) conseguente al nuovo statuto approvato dal Consiglio Direttivo il 21 dicembre 1999 e che ha proceduto all’elezione diretta del segretario nonché all’elezione del presidente del Consiglio Direttivo.
I legali rappresentanti dell’Associazione, con il compito statutario di guidarla e di presiedere i consigli direttivi, hanno cambiato nome nei tre periodi indicati.
Nel quarto periodo, come accennato appena iniziato, l’art. 18 dello Statuto (vedere testo dello Statuto) al segretario - eletto direttamente e congiuntamente dai delegati giornalisti professionali e dai delegati giornalisti collaboratori al Congresso regionale, nominati il 16 e 17 gennaio 2000 - sono attribuiti compiti politici e gestionali, mentre al presidente del Consiglio Direttivo (art. 15 dello Statuto) è affidato il ruolo di garante dell’applicazione delle norme statutarie e di guida del Consiglio Direttivo stesso.

Consiglieri delegati (1899-1926):
Vittorio Bersezio 1899-1900
Alfredo Frassati 1900-1902
Delfino Orsi 1902-1904; 1906-1907
Giuseppe Cauda 1904-1906
Lorenzo "Cini" Rosano 1907-1909; 1913-1915
Vittorio Lettel 1909-1911
Pietro Abate Daga 1911-1913
Gino Pestelli 1915-1917; 1921-1923
Ennio Grammatica 1917-1918
Valerio Folco 1918-1919
Giuseppe Bevione 1919
Luigi Ambrosini 1919-1920
Raffaello Nardini Saladini 1923-1925
Emilio Zanzi 1925-1926

Segretari (1926-1945):
Orazio Predazzi, commissario 1926
Eugenio Bertuetti 1927-1930
Curzio Malaparte 1930-1931
Eugenio Bertuetti, commissario 1931-1933
Alfredo Signoretti 1935-1944
Tullio Gianetti 1944-1945

Presidenti (1945-2000):
Emilio Zanzi 1945-1946
Ugo Longi 1946-1949
Francesco Argenta 1949-1952
Riccardo Giordano 1952-1962
Giovanni Giovannini 1962-1967
Bruno Marchiaro 1967-1979
Giancarlo Carcano 1979-1985
Cesare Roccati 1985-1989
Enrico Villa 1989-1992
Paolo Girola 1992-1996
Flavio Corazza 1996-2000

Congresso Regionale del 4 marzo 2000:
Segretario: Flavio Corazza
Presidente del Consiglio Direttivo: Ezio Mascarino

Congresso Regionale Straordinario del 26 ottobre 2002:
modifiche statutarie

Congresso Regionale del 29 marzo 2003:
Segretario: Ettore Boffano
Presidente del Consiglio Direttivo: Alberto Papuzzi

Congresso Regionale Straordinario del 28 febbraio 2004:
Segretario: Franco Tropea
Presidente del Consiglio Direttivo: Alberto Papuzzi

Congresso Regionale Straordinario del 24 settembre 2005:
modifiche statutarie

Congresso Regionale del 27 maggio 2006:
Segretario: Franco Tropea
Presidente del Consiglio Direttivo: Alberto Papuzzi

Congresso Regionale del 23 maggio 2009:
Segretario: Alessandra Comazzi
Presidente del Consiglio Direttivo: Alberto Papuzzi

* "Un secolo di giornalismo. L'Associazione della stampa subalpina 1899-1999", di Mario Grandinetti, edito nel 1999 da Franco Angeli.
Aggiornamenti a cura dell'Associazione Stampa Subalpina

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